Avete presente quando il cielo è terso. Non un’impurità. Completamente libero da macchie. Lo guardi e ti senti infinito.
Una sensazione di pace ti pervade. Sei completamente intorpidito dal benessere.
Nulla può scalfirti, nulla può disturbarti, nulla può peggiorare. Ma neanche nulla può migliorare.
È lo stato perfetto dei sensi, dove nulla deve essere smosso per poter godere a pieno del nulla assoluto.
Ma qualcosa, prima o poi, smuove questo stato. Sempre.
Non siamo destinati al Nirvana.
L’inverno è per me quello stato di quiete perfetta. Come un bravo orso vado in letargo e la mia vita inizia a scorrere lenta.
Sveglia la mattina, una colazione ricca, un po’ di attività fisica, qualche oretta di lavoro di post produzione per consegnare in tempo i lavori della stagione matrimoniale appena conclusa. Divertirmi a cucinare il pranzo, dando sfogo alla fantasia perché ho tutto il tempo del mondo. Qualche altra oretta di lavoro. Poi mi lascio andare nel mio angolo lettura e mi godo un buon libro o una partita alla Play. Una tisana o un calice di vino e infine un’altra tirata ai fornelli, una buona cena e un bel film.
Una routine stabile, probabilmente noiosa a lungo andare. Ma necessaria per recuperare le energie dopo mesi e mesi di andirivieni, di corse sfrenate, di lavori su lavori che si accavallano.
Ora, l’inverno è passato. Una primavera che non vuole farsi vedere sta per lasciare spazio all’estate.
La routine è già stata accantonata. La stagione dei matrimoni sta ricominciando e così tutti gli altri lavori che faccio. Anche gli altri si stanno svegliando dal loro letargo. Tutti vogliosi di fare qualcosa, di creare qualcosa.
E io non vedo l’ora. Che le danzi ri-comincino. Che gli sposi si emozionino. Che le cerimonie partano. Antonello Hank Trezza è pronto a immergersi nuovamente nel vortice infinito. Voglioso e ansioso di creare qualcosa di nuovo e di migliorarsi. Di vedere i suoi limiti e di andare oltre. Foto di matrimoni a Salerno o a Roma o in Toscana o in Veneto… ovunque. L’Italia è una cornice perfetta per l’arte.
La fotografia mi avvolge, mi spreme e mi abbatte. Ma mi regala emozioni uniche. Non c’è nulla che mi esalta più che creare qualcosa con le immagini. Trasmettere a qualcuno quelle emozioni, quelle idee che sono solo nella mia testa. Se mi chiedessero di fare qualsiasi altro mestiere a questo mondo probabilmente rifiuterei.
Tranne forse il play dei Chicago Bulls tra il 1990 e il 1998. Ma questa è tutta un’altra storia.